Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

11 Quaderni della Pergola | Lino Musella TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO... Dagli appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo nasce Tavola tavola, chiodo chiodo..., uno spettacolo creato proprio per il pubblico e pensato nel periodo del lockdown… Il pubblico è sempre stato protagonista, fin dalla prima intuizione di questo lavoro. Durante la fase del Covid, insieme a tantissimi colleghi, abbiamo iniziato a interrogarci sul senso del teatro: soprattutto nei primi mesi di chiusura riflettevamo sulla necessità o meno dell’evento teatrale. Il pensiero era che ci trovassimo di fronte alla fase finale del teatro e che il cordone spettatori-attori si fosse, in qualche modo, reciso: il timore era che la gente avrebbe pensato soltanto a ritrovarsi nei bar e nelle piazze, forse meno nei teatri. In Tavola tavola, chiodo chiodo... il compito che ho sulla scena è di ribadire la centralità del teatro nelle politiche culturali di un paesino e di una città, all’interno di ogni singola regione e di tutte le nazioni. Credo che sia il pubblico stesso ad avere mostrato un saldo rapporto con il teatro: gli spettatori hanno risposto fin da subito al ritorno in teatro, anche quando ancora si dovevano frequentare i luoghi teatrali contingentati e con la mascherina. Il teatro è un’espressione della comunità, quindi è la stessa comunità di riferimento che reinventa l’esigenza di andare a teatro. Noi artisti cerchiamo di mantenere in vita questa necessità, creando dei sensi profondi e che siano come uno specchio della nostra realtà. Eduardo si domanda se “può un attore vivere senza il pubblico…” Per un attore vivere senza il pubblico è qualcosa di impensabile. In “Il talento, quello vero del teatro, è la costanza. Non bisogna mollare mai, l’azione energetica deve essere paziente e mai interrotta, soprattutto nel rapporto con il pubblico”

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