Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

17 Quaderni della Pergola | Sonia Bergamasco LA MIA VOCE, IL MIO CORPO Un corpo per tutti. Biografia del mestiere di attrice: ha scritto questo libro per raccontare la sua storia? Il mestiere di attrice è sicuramente una professione, ma anche qualcosa di più. Perché dà voce alle storie di tutti. Fa spazio, dentro, ai ruoli incarnati ogni giorno dalle creature più diverse. Un corpo per tutti, una sorta di medium che assume su di sé emozioni e parole, trasmettendole agli altri. Un processo che si costruisce per gradi e che ha come punto di partenza e di arrivo il corpo. Volevo scrivere una sorta di manuale aperto a tutti, destinato anche a persone non addette ai lavori, che consentisse di raccontare e riuscire a fare comprendere cosa può significare essere un’attrice o un attore oggi. Il desiderio è di rispondere a delle domande, che in genere vengono poste quando si pensa alla recitazione, per quanto riguarda l’esperienza teatrale ma anche per il cinema e la televisione. Sto anche lavorando ad un film-documentario sul mestiere che svolgo, attraverso la figura leggendaria di Eleonora Duse, attrice “divina”. Uno dei capitoli iniziali del libro è dedicato alla scuola, un luogo capace di offrire dei modelli ai giovanissimi che cercano di darsi una forma e trovare una voce. Ma la scuola può anche essere sentita come una costrizione: si ricerca allora una libertà espressiva e nasce l’esigenza, ad un certo punto, di trovare la propria voce: può essere storta e stonata, una voce fuori dal coro, ma l’importante è che sia tua. In questa direzione nasce il desiderio di appoggiare quella che è la diversità, il non-iscritto in una regola. Il mestiere di attrice consente di svolgere un auto-riconoscimento, di esplorare qualcosa di misterioso È un libro in cui si insegna forse il rispetto per la singolarità… All’inizio il mio tentativo è stato quello di affrontare questi temi legati al mestiere, senza tirare me stessa “Ogni volta che cambia il pubblico, di recita in recita, si trasforma anche la rappresentazione: non è la storia che viene modificata, ma è l’intensità a salire, i diversi sapori che si amalgamano sul palcoscenico”

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