Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

21 Quaderni della Pergola | Luca Micheletti L’ATTORE È UN LADRO Ha vestito, in tempi ravvicinati, sia i panni di Don Giovanni nell’omonima opera di Mozart che quelli di Alceste del Misantropo di Molière. Entrambi i personaggi non si presentano con una verità assoluta: non ci sono mai il bianco e il nero, ma si caratterizzano per delle sfumature. La figura di Don Giovanni è un mito della modernità e la versione che ne dà Mozart spicca su tutte, anche se si può dire che essa sia la somma di una serie di variazioni sul mito stesso. Don Giovanni è uno dei ruoli che ho cantato di più nell’opera e la possibilità di interpretarlo tante volte in regie differenti mi aiuta a scavalcare la complessità del personaggio e a comprenderlo meglio nelle sue molteplici sfaccettature. Per quel che riguarda Alceste, confermo una sorta di respiro leggendario legato a queste pagine scritte da Molière: per un attore è uno dei ruoli che ci si aspetta nella vita. Sono entrambi degli antieroi: Don Giovanni passa per essere un cattivo soggetto, un assassino e un libertino, ma con la nostra sensibilità di spettatori moderni – penso al suo inno alla libertà, per esempio – non possiamo fare a meno di stare anche dalla sua parte. Don Giovanni non è soltanto l’ateista fulminato della tradizione, un donnaiolo che ama le femmine, ma è anche un personaggio che diventa contemporaneo, fatto di chiaroscuri, che si esprime con il piacere dell’edonismo e il gusto dell’immanente. Invece, Alceste passa a volte per uno che ha ragione, mentre il suo eccesso di moralismo lo conduce al precipizio: lo schianto della sua filosofia di vita lo porta ad autodistruggersi come tutti i grandi personaggi di Molière che sono dei protagonisti, in qualche modo, malati. Sicuramente concordiamo con Alceste “Facevo la gavetta e ‘tritavo spettacoli’, li mettevo in fila uno dietro l’altro perché ho una storia che proviene da una Compagnia con una tradizione plurisecolare: sono erede di artisti girovaghi che sapevano fare di tutto”

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