Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

29 Quaderni della Pergola | “La questione europea è evidentemente una priorità: siamo in Europa e cerchiamo di avere cura di quello che è vicino a noi, ma abbiamo anche l’obbligo di immaginare e pensare quello che è lontano da noi e che non vediamo. Questi due aspetti sono fondamentali, il vicino e il lontano, il visibile e l’invisibile. Noi - il Théâtre de la Ville di Parigi e il Teatro della Toscana - lavoriamo e lavoreremo sempre su entrambi i fronti, con una continua condivisione della missione del teatro nel tempo presente e futuro. Tutto è partito dai valori di fondo contenuti nella Carta 18-XXI, letta a Firenze nell’ottobre 2019: Giovani, Europa, Salute, Ambiente, Educazione, Formazione erano e sono gli assi portanti della Carta. Questo testo ci invita a farci guidare dal potere dell’immaginazione. Consideriamo che l’immaginazione è la vera realtà: non esiste una realtà indipendente dalla nostra capacità di immaginare. Il mondo è costruito attraverso un insieme di immaginari individuali, ma è il loro insieme che crea il progetto di collettività. Ognuno ha la propria cultura, ognuno ha la propria identità, ognuno ha il proprio passato, ognuno cerca il proprio futuro: soltanto se ci uniamo, però, riusciamo a realizzare uno spazio comune, in cui l’Europa e l’Africa diventano un unico continente. Oggi non possiamo pensare a un mondo ripiegato su se stesso e sulle singole identità. Abbiamo bisogno di questa relazione tra le diverse alterità, continuando a interrogarci, proprio per questa ragione, sul concetto di identità. La capacità di ricevere dall’altro – e di imparare, anche, insieme all’altro – è la dimostrazione di come possiamo riuscire ad andare oltre un sistema verticale di potere e organizzazione. Il nostro è un cammino comune e abbiamo un tempo per farlo, un percorso concreto da definire insieme; non c’è un obiettivo finale, ma ne esistono diversi, in cui prioritaria rimane una domanda: oggi che cosa definisce il Teatro? E come possiamo lavorarci negli anni futuri? A Firenze e a Parigi, così come in molte altre capitali europee, esiste una tradizione di formazione per il mestiere di attore. Invece, non ci sono scuole di attori, per esempio, in Africa: la recitazione non si fonda su una tradizione secolare. Africani ed europei non contano il tempo nello stesso modo: quando chiediamo a qualcuno quanti anni ha in Africa, spesso la persona in questione non lo sa. Siamo noi occidentali che chiediamo l’età a chi ci sta davanti: vogliamo sapere se rinnovare o sostituire, creando una dinamica politica. In questo nostro progetto comune, l’intento è di riuscire a trovare uno spazio di dialogo che inviti a cercare nuove strade: primo esito sperimentale del progetto L’Attrice e l’Attore europei è stato l’inserimento nel cast di Ionesco Suite di attrici e attori del Teatro della Toscana scelti tra i diplomati della Scuola Costa e de L’Oltrarno, uno per replica, al termine di due momenti di lavoro realizzati a Firenze da attrici e attori del Théâtre de la Ville di Parigi. Ionesco Suite è uno spettacolo identitario del Théâtre de la Ville, su cui gli attori in Francia lavorano da quasi vent’anni, continuando a scavare nei testi di questo autore per capirne le angosce più profonde. Lo scam- “Il nostro obiettivo primario diventa: lavorare tutti insieme sull’idea di un Teatro-Mondo”

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