Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

43 Quaderni della Pergola | Mai dimenticherò le ore passate all’Arena. […] Ho respirato l’atmosfera di questo asilo di bellezza. Mi sono seduto al sole sui gradini di pietra dove cresce una giovane catalpa. Sentivo salire l’esaltazione che dà il puro lavoro, che aveva rispettato questa profonda quiete, e ritrovavo nella memoria delle parole che voglio fare mie: “Non c’è che una soluzione se volete che la gioia di vivere sia resa all’arte. Occorre accogliere la giovinezza.” Jacques Coupeau Mais je n’oublierai pas les heures que j’ai passées dans cette Arena Goldoni. […] J’ai respiré l’atmosphère de cet asile de beauté. Je me suis assis au soleil sur les gradins de pierre où croît un jeune catalpa. Je sentais monter en moi l’exaltation du pur travail qu’eût abrité cette profonde quiétude, et retrouvais dans ma mémoire des paroles que je veux faire miennes. “Il n’y a qu’une solution à tout ceci si vous voulez que la joie de vivre soit rendue à l’art. Il faut que vous fassiez accueil à la jeunesse”. Jacques Copeau ed Edward Gordon Craig si incontrano per la prima volta nell’autunno del 1915 a Firenze. Copeau, in viaggio di studi, visitò quella che allora si chiamava Arena Goldoni, dove Craig (reduce dall’esperienza alla Pergola con Eleonora Duse) aveva fondato la propria scuola per la formazione dell’artista del teatro, quell’attore completo che Copeau vagheggiò per la sua intera vita, in grado di gestire tutto ciò che riguarda l’arte teatrale e i mestieri ad essa legati. Proprio alla Pergola, qualche decennio più tardi, Orazio Costa, allievo di Copeau, darà vita al Centro di Avviamento all’Espressione, non solo luogo di propulsione e diffusione del suo metodo mimico, ma anche centro di ricerca teso a superare il concetto classico di formazione. Sono gli spazi in Oltrarno, in cui, nell’attuale Ex Cinema Goldoni, si sono svolti i primi momenti di lavoro che riguardano L’Attrice e l’Attore europei. Sono stati lì rappresentati anche Otto Pezzi Unici e Agamennone&Elettra (per la regia di Fausto Paravidino) con diplomati e allievi della Scuola de L’Oltrarno. La Scuola de L’Oltrarno, diretta da Pierfrancesco Favino, incontra la visione e la pratica artistica del Teatro della Toscana come continua formazione umana e spirituale, oltre che tecnica, fortemente orientata al mondo del lavoro. Una modalità formativa diversa e profondamente connaturata con il Teatro e la Città. Grazie alla centralità di Firenze, infatti, L’Oltrarno realizza un percorso che si rifà ai valori dell’Umanesimo come conoscenza e ripresa della cultura europea per innovarla e attualizzarla nel futuro.

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