Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

45 Quaderni della Pergola | lei stessa commentò: “Teatro dell’assurdo? Che assurdo!”. La mia scrittura è folle e senza freni, i miei personaggi scambiano continuamente i loro ruoli di carnefici e di vittime: è il gioco del teatro a sconfiggere qualsiasi tabù, morte-sessualità-politica. La mia Lettera al Generale Franco, che è stata pubblicata nel 1972 quando il dittatore era ancora in vita, accomuna tutti nell’esperienza del dolore: “Eccellenza, vi scrivo questa lettera per amore. Senza la più leggera ombra di odio o di rancore. Ho bisogno di dirvi che voi siete l’uomo che mi ha causato più male in assoluto…”. Nel 1967 sono stato incarcerato dal regime e il mio lavoro è finito nella lista dei cinque spagnoli ritenuti più pericolosi. La Lettera aperta per il Generale Franco me l’ha dettata il Dio Pan. Il Movimento Panico – creato insieme a Jodorowsky e Topor – mira a creare degli eventi teatrali scioccanti, ma alla costante ricerca di pace e bellezza. Anche se il Panico è un non-movimento, dissacrante ma senza filosofia né estetica: non è una definizione, non è un’arte, non è una scienza, non è questo e non è nemmeno quest’altro. Oggi siamo tutti nel panico. Pan corrisponde al tutto, alla conciliazione dei contrari. Faceva ridere ma causava, allo stesso tempo, il terrore panico: è la perfetta definizione di un Dio. In una parola era “formidabile”. Eravamo un gruppo di habitués al Café de la Paix a Parigi, con opinioni simili sull’arte: abbiamo deciso di chiamare Panique-Panico la nostra attività. Il Panico era ed è un modo di essere in cui dominano la confusione, l’umorismo, il caso e l’euforia. La vita si mescola con l’arte, il gioco, la festa. Si può sbagliare: il fallimento può essere una pratica quotidiana, ma non immagino di andare a letto senza avere giocato. E, con me, l’utopia continua ad essere al potere. Dall’incontro con il grande drammaturgo spagnolo Fernando Arrabal in occasione della Lettura di Vinicio Marchioni al Teatro della Pergola della sua Lettera a Francisco Franco FOTO FILIPPO MANZINI

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