48 | Quaderni della Pergola Rappresentato per la prima volta nel 1904 al Teatro d’Arte di Mosca sotto la direzione di Stanislavskij e di Nemirovič-Dančenko, Il giardino dei ciliegi è l’ultimo lavoro di un Čechov malato e vicino alla morte, eppure, mai così attaccato alla vita, intesa come respiro, anima del mondo e speranza nel futuro. Esprime ancora più lucidamente la sua riflessione sulla goffa incapacità di vivere degli esseri umani, afflitti da uno strabismo esistenziale che impedisce di guardare con chiarezza dentro la propria anima. La macchina semplicissima del racconto mostra un mondo che scompare, una generazione e un’economia che avanzano travolgendo tutto. Il giardino che viene reciso e travolto da quel “progresso” inesorabile diventa una riflessione necessaria sull’essere presenti o, meglio, sul senso dell’eredità che lasciamo. Maddalena Amorini, Davide Arena, Maria Casamonti, Davide Diamanti, Ghennadi Gidari, Annalisa Limardi, Alberto Macherelli Bianchini, Claudia Ludovica Marino, Luca Pedron, Marco Santi, Nadia Saragoni, Sebastiano Spada, Emanuele Taddei, si muovono in uno spazio non tradizionale pieno di petali bianchi, senza prevedere entrate e uscite dalle quinte. Così, mentre il tema della vicenda principale prende vita, i personaggi che momentaneamente non vi sono impegnati restano comunque presenti. Le scene sono dello stesso Bacci; i costumi sono di Elena Bianchini; le luci sono di Samuele Batistoni; la maestra di canto è FOTO FILIPPO MANZINI FOTO FILIPPO MANZINI La dodicesima notte, sopra Marco Santi e Davide Arena, sotto ritratto della Compagnia
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