Quaderni della Pergola - Dove eravamo rimasti - Fondazione Teatro della Toscana

50 | Quaderni della Pergola tracciati già nel nome della Scuola. Lorenzo Antolini, Greta Bendinelli, Sara Bosi, Antonio Cocuzza, Arianna Maria Garcea, Yeda Kim, Nadia Najim, Maria Giulia Toscano, si sono mostrati e rivelati alla sensibilità del pubblico, a un confronto aperto e schietto, forti della profondità delle loro opere, della qualità delle storie a cui hanno dato vita, e dell’attualità e dell’urgenza dei temi che hanno affrontato. Otto Pezzi Unici è stata l’occasione di tornare a scoprire da vicino il lavoro de l’Oltrarno, occasione che si è rinnovata con Agamennone & Elettra. Fausto Paravidino, assistito alla regia da Marco Bossi, ha diretto le allieve e gli allievi della Scuola in Agamennone di Eschilo ed Elettra di Sofocle, trasportando le due tragedie greche nello spazio di concrete e odierne relazioni drammatiche insieme a Federica Auricchio, Gabriele Badaglialacqua, Laura Calamassi, Sofia Capo, Umberto Jr Contini, Claudia Faraone, Sofia Giunta, Rocco Longo, Simone Gennaro Maiorano, Marta Virginia Morgavi, Sofia Novello Gergen, Francesco Riccardi, Matteo Sagratella, Giorgio Stefani. La prima tragedia è una sorta di “prequel” arcaico e violento con il ritorno di Agamennone a casa dopo la guerra di Troia, con il coro, la polis, e l’assassinio del protagonista; la seconda è ambientata dieci anni dopo, e narra il ritorno del figlio Oreste: un interno con la sorella Elettra disperata che lo aspetta in un clima domestico da Penelope con i Proci. Il lavoro è stato realizzato da una scuola dove si cercano di formare interpreti: persone che leggono cose scritte poco o tanto tempo fa e cercano di far credere al pubblico che succedano ora. Le interpretano, le traducono, trasferendole da una lingua morta, segni su un foglio, a una viva, carne che parla ora. Per questo, i testi sono tali e quali agli originali, con qualche taglio, ma senza stravolgimenti, invenzioni o riscritture, espressione significativa del grande rispetto per le parole che l’antichità ci ha consegnato. Per Agamennone si è mantenuta l’ambientazione, ossia davanti alla reggia, per Elettra, invece, si è ritenuto più efficace drammaturgicamente spostare l’azione all’interno della reggia stessa. I costumi sono nel solco tracciato dalla storia dell’arte figurativa: abiti contemporanei con eventuali evocazioni grecizzanti. Nessun uso di moderni riferimenti militari, quindi niente mimetiche, mitra o anfibi. Il coro di Agamennone si suppone sia composto da anziani notabili argivi che non sono andati alla guerra di Troia. Avendo a che fare con una classe di giovani donne e uomini, si è MANIFESTO WALTER SARDONINI

RkJQdWJsaXNoZXIy NDMxMQ==