72 | Quaderni della Pergola di SILVIA BEDESSI Dietro le quinte UN MESTIERE IN VIA DI ESTINZIONE L’amministratore di compagnia Dario Del Fosco Zaino in spalla, valigia alla mano, l’aria di chi rischia di perdere il taxi, eppure riesce a ritagliarsi del tempo per fare due chiacchiere. Dario Del Fosco dà l’idea di guardarti dall’alto in basso, in senso positivo però, come se ti scrutasse dall’alto della sua esperienza: è un amministratore di compagnia vecchio stampo, di quelli che si fermano al botteghino tutte le sere per informarsi su quanto pubblico ci sarà in sala. Sorride e ti racconta quello che accade negli altri teatri italiani. Il suo lo descrive come un mestiere in via d’estinzione, enormemente cambiato negli ultimi venticinque anni: da quando i soldi sono diventati virtuali, ha smesso di doversi occupare di buste paga settimanali e fatture. Lontani sono i tempi in cui a fine spettacolo, durante lo smontaggio, restava in teatro per la chiusura dei conti: “L’amministratore gestiva il fabbisogno economico di una compagnia; adesso è un ruolo più strettamente logistico.” Sempre più produzioni girano senza amministratore, rimpiazzato da una carta di credito ricaricabile affidata al direttore di scena. Ma solo un approccio miope può considerare questo anello di congiunzione tra produttore, attori e tecnici sostituibile: l’amministratore di compagnia si occupa di una miriade di aspetti organizzativi, oltre a gestire i rapporti con i referenti dei teatri e prendersi cura del cast. Il prossimo 31 agosto Dario festeggerà i suoi 42 anni in questo caleidoscopio colorato che è il mondo teatrale, nel quale pare essere finito un po’ per caso, ma del quale era destino facesse parte. “Finito il militare, in attesa del concorso per diventare vigile del fuoco, mi sono imbattuto in un produttore teatrale che, nella sua follia, mi ha proposto di lavorare con lui. Avevo assaggiato poco teatro fino a quel momento: per me era un’esperienza anomala, sconosciuta, curiosa. Prima aiuto-elettricista per alcuni mesi, poi macchinista, alla fine della stagione estiva ho detto: ‘Vi ringrazio per l’opportunità, ma io volevo fare il pompiere.’ Sono stato addirittura rappresentante di prodotti per parrucchiera per un po’. Un giorno, però, ho ricevuto una telefonata da Ugo Pagliai, che mi ha proposto di fare l’amministratore, lavoro che ho svolto per quindici anni, di cui sei all’Eliseo.” Un mestiere con pro e contro. “Grazie al teatro, ho avuto l’opportunità di girare l’Italia, nel vero senso della parola. La tournée non toccava solo le principali città, ma anche i paesi. Ti ritrovavi in realtà sconosciute, dove scoprire modi di vivere, dialetti, piatti tipici nuovi. Ero arrivato a collezionare oltre cento etichette
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