…senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione…
Cento anni fa nasceva Paolo Grassi, uno dei più importanti protagonisti della vita culturale italiana.
Una figura di organizzatore culturale, di innovatore e di visionario raccontata in una mostra che ripercorre la sua vita e la sua carriera attraverso documenti, carteggi, immagini e filmati.
A cento anni dalla nascita di Paolo Grassi (Milano, 30 ottobre 1919 – Londra, 14 marzo 1981) la Fondazione che porta il suo nome ha avvertito l’esigenza di convogliare, dopo un lavoro durato dodici anni di scavo e indagine in archivi pubblici e privati e la pubblicazione di ben cinque volumi, l’intera ricerca sulla sua figura in una mostra dal carattere documentale e performativo in cui tutte le arti venissero rappresentate secondo un dettato esplicitato da Grassi già in gioventù e in anni terribili con l’Italia in guerra.
In quarant’anni di attività Paolo Grassi, oltre ad aver inventato e dato forma e contenuto a un mestiere come l’organizzatore culturale che in Italia non esisteva ancora, perlomeno in modo così sistematico, ha saputo esprimere il proprio talento visionario su più piattaforme spettacolari. Sua la direzione (e la fondazione con Giorgio Strehler e altri) del primo teatro pubblico in Italia, il Piccolo Teatro di Milano, tenuto dal 1947 al 1967 in codirezione col citato Strehler e poi in direzione unica fino al 1972 e lasciato per sovrintendere dallo stesso anno al 1977 il Teatro alla Scala. Qui aprì il più antico teatro lirico del mondo a innovazioni che hanno fatto scuola come la ripresa per la prima volta in diretta televisiva di un’opera lirica (l’Otello di Verdi). Dopo un quinquennio, nel 1977 fu chiamato a presiedere per poco più di tre anni la Rai della Riforma dando impulso e avvio alla “terza rete” che diventerà a lungo il canale culturale pubblico, alla produzione di film e di sceneggiati televisivi premiati nei festival più importanti (L’albero degli zoccoli di Olmi, Padre padrone dei Taviani, Molière di Ariane Mnouchkine, Gesù di Nazareth di Zeffirelli ecc.). Infine, negli ultimi anni della sua vita, segnati da una malattia che lo porterà a una prematura morte, è da registrare il ritorno all’editoria, suo primo suo amore e mai abbandonato per come ha attraversato costantemente tutte le sue molteplici attività.
La mostra ha, pertanto, una suddivisione nelle seguenti sezioni biografiche, tutte corredate da foto, oggetti, disegni, quadri, bozzetti, interviste televisive e da un documentario allestito ad hoc per la mostra da Rai Cultura.
Ingresso libero
INAUGURAZIONE
lunedì 11 novembre
ore 18
mercoledì / giovedì dalle 15.30 alle 18.30
lunedì / domenica dalle 19 alle 20
Dalle 20 per i possessori dei relativi tagliandi di ingresso, in occasione degli spettacoli, dei concerti e delle visite guidate
Prologo autobiografico e album familiare
Ricostruzione attraverso foto, documenti e ritratti della biografia familiare di Grassi e di alcuni aspetti privati della sua vita.
- Costruzione di un progetto.
Paolo Grassi prima di Paolo Grassi (1936-1946)
Prevalentemente documentale con una selezione di libri, lettere, riviste, articoli, locandine ecc. provenienti da archivi pubblici e privati e una sezione artistica con quadri e disegni della cerchia di artisti che ruotarono intorno a “Corrente”, “Palcoscenico” e i GUF forlivesi. - Al Piccolo Teatro con Giorgio, Nina e gli altri (1947-1967)
2bis. Un teatro fuori le mura. La “direzione solitaria” (1968-1972)
L’intera sezione riguardante “i due atti” trascorsi da Grassi al Piccolo Teatro è illustrata nella prima parte dagli spettacoli degli esordi e dalla definizione dei rapporti con il pubblico e la politica e dagli autori simbolo come Goldoni, Brecht, Bertolazzi e Pirandello. Vengono isolati estratti da importanti carteggi con Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo e altri; mentre la seconda parte costituisce, in concomitanza con il cinquantennale degli anni della contestazione giovanile dalla quale il Piccolo non fu esente, un bilancio di quell’epoca di passaggio e grandi trasformazioni. - L’opera alla prova dei media e della comunicazione. Gli anni al Teatro alla Scala (1972-1977)
Questa sezione si avvale prevalentemente di un’istallazione guidata alla visione dell’Otello e di materiale documentale riguardante i cartelloni delle opere e dei balletti rappresentati alla Scala e di quelli allestiti alla Piccola Scala che contraddistinsero la sovrintendenza Grassi. - Un riformista alla presidenza della Rai (1977-1980)
Sondaggio attraverso carteggi e interventi della presidenza Grassi alla Rai. - Una passione trasversale: l’editoria (1942-1981)
Sezione trasversale in cui è evidenziato il lavoro editoriale di Grassi: dagli inizi con le Edizioni di Pattuglia, Poligono, Rosa e Ballo, la “Collezione di teatro” Einaudi con Gerardo Guerrieri e Giorgio Guazzotti alla Cappelli, fino al progetto Electa degli ultimi anni.
Tutte le sezioni hanno un importante e fondante apparato fotografico che intreccia la biografia di Grassi, i suoi incontri illustri (da Chaplin a Brecht fino alla regina Elisabetta per citarne alcuni), i viaggi e le tournée, la storia personale, il sodalizio artistico con Strehler e il rapporto in chiaroscuro con la politica. Infine, attuando una selezione degli accadimenti in Italia e nel mondo, si constata come quell’ampio spicchio di Novecento, rappresentato dall’arco esistenziale dell’organizzatore teatrale, coincida quasi con la definizione di “secolo breve” data da Eric Hobsbawm.
Fabio Francione
Curatore della Mostra
Paolo Grassi
…senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione…
- a cura di
Fabio Francione