Orazio Costa
Orazio Costa Giovangigli (Roma, 6 agosto 1911 - Firenze, 14 novembre 1999), è stato uno dei principali registi del secondo Novecento e il principale esponente, in Italia, della pedagogia teatrale di matrice europea.
Dopo gli studi letterari e il diploma al primo corso dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, fondata da Silvio d’Amico nel 1936, seguì, per un periodo di perfezionamento, Jacques Copeau a Parigi. Costa si definirà sempre allievo spirituale di d’Amico e Copeau, ricavando da loro una specifica concezione del teatro come espressione dell’uomo, pilastro su cui edificherà il suo progetto di riforma pedagogica e teatrale. Nel 1944 (fino al 1976) cominciò la sua attività d’insegnamento all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e, contemporaneamente, iniziò a distinguersi come uno dei maggiori registi della sua generazione, portando in scena capolavori della drammaturgia mondiale e contemporanea (con un’attenzione particolare, specie negli ultimi decenni di attività, al teatro di poesia).
Nel 1979 fondò a Firenze presso il Teatro della Pergola il Centro di Avviamento all’Espressione, una scuola di didattica teatrale che rappresenta il punto di arrivo del suo lavoro sulla pedagogia dell’attore.
Tra le sue principali regie, ricordiamo: Il Mistero di d’Amico (1939); Sei Personaggi in cerca d’autore (1948); Cosi è (se vi pare) (1951) di Pirandello; Oreste e Mirra di Alfieri (1949); il Poverello di Copeau (1950); La dodicesima notte (1950), Macbeth (1953) e Sogno di una notte di mezza estate (1968) di Shakespeare; I Dialoghi delle carmelitane di Bernanos (1952); Assassinio nella cattedrale di Eliot (1957); Tre sorelle di Čechov (1974); Libro di Ipazia (1979) e Rosales (1983) di Luzi; Al dio ignoto di Fabbri (1980); Corruzione al palazzo di giustizia di Betti (1983).