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Ionesco Suite
Répétitions

Sette giorni di prove. Tredici attrici e attori. Sette francesi e sei italiani. Torta quanto basta. Champagne quanto basta. Divertimento grattugiato in abbondanza. Un racconto per brevi impressioni, giorno per giorno, delle prove di Ionesco Suite al Teatro della Pergola. (Condite a piacere!) 
 
Italo Papandrea 

Giorno 1

Operai di Babele

mercoledì 29 marzo 2023

 

Cinque uomini, tre donne. Sette attori francesi, un’attrice italiana (Arianna). Arrivo in ritardo al primo giorno di prove; spaesato, prendo posto in liturgico silenzio nel Saloncino semibuio e mi lascio andare al flusso dei gesti e delle battute, qualche volta interrotto dalle indicazioni di Julie Peigné, assistente di regia.

 

Una lezione di aritmetica che culmina in un omicidio. Segue un’Ultima Cena?

Follia di suoni. Come si orchestra una foresta di simil-insulti?

È una babele. La babele costruita porta a qualche impappinamento vero, che sfuma veloce fra le risatine degli attori.

(A luci accese in Saloncino si raggrumano in un conciliabolo più rilassato: la babele si ritira fulminea; con la luce dei grossi lampadari di cristallo si spande anche quella della ragione e dei chiarimenti: va bene come la faccio? La ripeto così?

I tecnici aggiustano i riflettori. Uno degli attori italiani (Davide) scivola sulla scena ginocchioni su uno sgabellino basso a rotelle foderato di rosso. Guizza da una parte all’altra, si ferma e tende le braccia in modo innaturale, le dita nervose arricciate sembrano artigli: è Jacqueline, uno dei personaggi, che prende vita. Davide gioca con Jacqueline mentre il resto del branco in conciliabolo si prepara alla caccia. Cosa cercano questi animali strani ed estranei? 
C’est bon pour vous?)

 

On sonne ! C’est peut-être quelqu’un?

La corsetta di Sandra alla porta è indescrivibile, dirla “macchiettistica” svilirebbe la tragicità palpabile nei gomiti aguzzi, nelle anche dondolanti, nei passetti meccanici da formica, nel digrignare dei denti. Alla porta non c’è nessuno. 
Julie ricorda a tutti la direzione degli sguardi, un deux trois quatre, il gioco della composizione scenica scorre, pronunciato e agìto senza intoppi, piacevolmente, come quattro note ad altezze diverse sul pentagramma. Si concorda rapidamente una soluzione fra battute in francese e inserti italiani. 

Foto Filippo Manzini

Giorno 2

Cercare, cercare, cercare

Foto Filippo Manzini

giovedì 30 marzo 2023 

 

Primo giorno di prova con il regista, Emmanuel Demarcy-Mota. Toccherà ad Arianna svelare la danza convulsa di Ionesco Suite al pubblico per la prima volta, insieme ai francesi.

 

La prova deve ancora iniziare, sono in anticipo.

Gli attori e le attrici, tredici in tutto, sono però già qui, seduti davanti alla scena appena pulita, ancora umida. I copioni girano; aleggiano già ritagli di scene e occhieggiano tra i volti concentrati; le battute scivolano di bocca in bocca estremamente fluide.

A poco a poco si fa silenzio. Il regista prende la parola al microfono, le sue prime frasi cadono tutt’intorno ieraticamente. Parla agli attori e alle attrici seduti in fila davanti a lui, parla alla sua tastiera umana. 
Primo, imprescindibile verbo-chiave, verbo-comandamento: écouter / s’écouter. La necessità di un ascolto costante, esterno e interno. Penso all’umiltà e alla forza di questo aprirsi e rimanere aperti, vigili, inclini al passo della formica come al movimento delle stelle.

Dopo quella che mi sembra una cerimonia di scambio dei personaggi o meglio di passaggio, trasfusione del personaggio dall’attore francese che l’ha finora interpretato al giovane attore o alla giovane attrice italiana che lo interpreterà, si accennano alcune delle metamorfosi da sani a malati che avverranno per lo spettacolo di domenica. Il regista le definisce augmentations, aggiunte patologiche ai personaggi. 
Infine, ritorno ai temi centrali che irrorano il testo: il problema dell’altro e della distruzione dell’altro. La riunione festiva. La noia. La contaminazione fra spazio teatrale e mondo esterno. La solitudine.

Il più normale è il più pericoloso.

Accarezzate, coccolate il cerchio e diventerà vizioso.

 

Finito il discorso del regista, comincia la prova vera e propria, ovvero la sua parte tecnica. 
Emmanuel modella, modella, modella, dà forma a tutto, dall’annuncio registrato che invita il pubblico a spegnere i cellulari all’inchino finale della troupe. Si fissano i movimenti, si lavora attentamente sulla direzione degli sguardi, tutta la troupe è pasta docile nelle sue mani. Come si può lavorare e lavorare ancora in uno spettacolo e con dei personaggi portati davanti al pubblico da anni?

Eppure si deve. Cercare, cercare, cercare.

Emmanuel ribadisce che l’ibridazione tra francesi e italiani non deve essere assimilazione e non deve essere integrazione: la ricchezza da portare è l’anormalità.

 

Non devi aver paura di non sapere troppo quello che stai per fare. (Il regista ad Arianna). 

Giorno 3

La Chiocciola

venerdì 31 marzo 2023

 

La prima è andata, il ghiaccio è rotto ma non ci si può rilassare. La staffetta fra le italiane è avviata, Federica si prepara al debutto.

 

Riscaldamento. La scena non è nemmeno pronta ma gli attori in panchina già provano. Arriva l’odore pungente dell’alcool appena passato sulla cerata bianca che ricopre la tavola lunga stretta, che insieme alle sedie e ad un grande fondale a macchie, semitrasparente, costituisce parte di questa scenografia, essenziale e funzionale ai giochi e ai movimenti scenici: alzarsi, sedersi, sbattere una bottiglia di champagne sul tavolo, salire con uno scatto sul tavolo, sbucare da sotto la tovaglia, andare a galoppo in piedi sul tavolo, mimare una chiocciola, mimare un incendio, mettersi in posa per una foto, farsi tagliare la gola.

 

Emmanuel dà l’avvio ufficiale alla prova del pomeriggio e ritorna su alcuni passaggi dello spettacolo della sera precedente. Ci sono dei dettagli, dei momenti e dei movimenti da aggiustare.

Tre concetti fondamentali: rigore ritmico; equilibrio; agilità.

Scena della chiocciola. Federica dovrà saltare sulla tavola ma c’è un problema con le scarpe di scena: le suole scivolano troppo, i movimenti sinuosi della chiocciola potrebbero provocare una caduta. Si decide che conserverà le sue scarpe per questa scena.

 

Dov’è l’accento tonico? Voglio sentire la differenza!

Lavorare bene le piccole frasi. 

Foto Filippo Manzini

Giorno 4

Tac tac, nac nac, op op

Foto Filippo Manzini

sabato 1° aprile 2023

 

Curioso affollamento. Diversi studenti francesi di medicina, in camice o in divisa, ronzano sulla scena. Le prova di oggi sarà divisa in due parti: la prima dedicata allo spettacolo “speciale” di domenica, frutto del lavoro dell’Académie Culture-Santé del Théâtre de la Ville; nella seconda, proseguirà il lavoro con le attrici italiane e sarà la volta di Nadia.

 

Silence, s’il vous plait! Julie richiama la troupe, augmentée degli studenti, all’ordine.

Quindi gli attori (questa volta solo i francesi) e gli studenti di medicina si dispongono gli uni di fronte agli altri e provano, sotto lo sguardo vigile di Emmanuel, la scena iniziale dello spettacolo di domenica. Attori e studenti pronunciano in alternanza i nomi reali (non dei personaggi) di chi gli sta di fronte, generando uno strano gioco di scambi, echi, richiami, come se fossero tutti abitanti di uno specchio frantumato.

 

Les acteurs, un tit peu plus concentrés, comme la tomate!

La scena iniziale viene provata più e più volte. La rete degli sguardi e dei gesti viene sottilmente orchestrata da Emmanuel. Si on gagne au début, après on déroule.

La versione “patologica” dell’Académie Culture-Santé attiva tutta una nuova serie di meccanismi, equivoci, interrogativi.

 

Si passa alla prova con Nadia. Il regista ritorna, come al solito, allo spettacolo della sera prima, riprende i punti sui quali ancora si può e si deve lavorare.

Concetto di seduzione. Non lo si deve pensare come un atto positivo, charmant; la seduzione in questo caso è terribile e seduttore è l’insulto peggiore che si possa immaginare. Séducteur / séductrice! deve essere pronunciato con il maggior sdegno possibile, con rabbia e disprezzo estremi, sputato fuori come se provocasse sofferenza anche in chi insulta e non solo in chi è insultato, tanto pesanti sono l’accusa e la vergogna che questa parola si porta dietro come uno strascico.

Attenzione, attenzione, non potrai correre così! Quanto ci si sporca, quanto si pasticcia, il rischio di scivolare è altissimo, il pasticcio creato ogni sera in scena da torta e champagne è puntualmente imprevedibile e l’imprevedibilità è magnetica ma rischiosa al tempo stesso. I passi di Nadia, che interpreterà il pompiere, dovranno essere a questo punto dello spettacolo – piuttosto avanzato – molto accorti: stando attenta a non scivolare, l’attrice italiana dovrà realizzare contemporaneamente con tutta la sua energia la danza del pompiere, pesante sotto, alle ginocchia, e leggera alle braccia.

(Trovo divertentissimo quando, per accelerare, i francesi riassumono intere parti del copione con poche onomatopee ripetute due volte: tac tac, nac nac, op op.) 

Giorno 5

Allegro con fuoco

martedì 4 aprile 2023

 

Iniziano le prove con i giovani attori italiani: Davide è pronto per Jacqueline.

 

Prima prova dopo la pausa del lunedì. Anche oggi sono in anticipo. Il clima è rilassato, forse anche troppo: bisogna ritrovare il ritmo. Il regista non è ancora arrivato ma i francesi prendono l’iniziativa: si inizia il riscaldamento. Questi minuti di messa senza prete hanno ogni volta un sapore strano: apparentemente frizzanti e libertini, nascondono in realtà una grandissima tecnica. 
Emmanuel chiede alla troupe che cosa ha prodotto negli attori che erano in scena ma “in panchina”, per così dire, durante lo spettacolo, il fatto di rimanere in scena pur non recitando. Restavano nel personaggio o no? Uno dei francesi risponde di sì.

 

Si studia ancora lo scambio di personaggio, in questo caso di Jacqueline, tra attore francese (Antonin) e attore italiano (Davide). L’effetto di due Jacqueline contemporaneamente in scena è felicemente orripilante. Effetto specchio, effetto gemelle.

 

La danza del pompiere: funambolica, erotica, pirica. 
Scena dei jeux des mots. Il regista fa presente che allo spettacolo di tre sere prima mancavano le sonorità. Bisogna che le parole siano ben scandite, che scavalchino il limite della scena con le loro rotondità, le loro asprezze, i loro schiocchi; bisogna che questo tappeto di suoni, questo prato babelico faccia la figura di un allegro con fuoco di sinfonia davanti al pubblico. 

Foto Luca Passerotti

Giorno 6

Senza cadere

Foto Filippo Manzini

mercoledì 5 aprile 2023

 

Emmanuel è dovuto partire urgentemente per Parigi. Julie, assistente alla regia, supervisionerà la prova di oggi. È la volta di Sebastiano.

 

Ça glisse, ça glisse! è senza dubbio il fil rouge di tutti questi pomeriggi di prove. Il pasticcio di torta e spumante sarà imprevedibile, sempre irregolare; i movimenti dovranno essere energici, ritmici ma allo stesso tempo accorti per evitare cadute.

 

Particolare attenzione alle discese e alle salite da sedie e tavoli. Fare teatro è anche questo: prestare attenzione agli aspetti pratici del movimento scenico, come posso fare questo senza cadere, saltare sul tavolo e divertirsi a mimare una chiocciola ma allo stesso tempo stare attenti a non scivolare, misurare inconsciamente le distanze, le forze, i pesi, coordinare braccia e gambe, dare vita allo sketch senza far male al collega. È un enorme gioco di equilibri e precisione.

 

In assenza di Emmanuel, si avvertono ancora di più la presenza e l’azione “pedagogica” degli attori francesi che detengono d’habitude il personaggio: spiegano a Sebastiano gli aspetti peculiari di certi gesti, le movenze, il modo migliore per dire una battuta. Ionesco Suite è uno spettacolo nel quale una forte impronta registica e una forte impronta attoriale convivono senza attriti, pacificamente, infondendo energia in dosi uguali a tutta la messinscena. 

 

Giorno 7

Otto bis, ter, quater

giovedì 6 aprile 2023

 

Ultimo giorno di prova (e si sente: un misto schizofrenico di lampi di energia e improvvisi laghetti di tristezza vortica per il Saloncino). Alla fine della corsa, in assenza del regista-gatto, gli attori-topi guidano ormai agevolmente questa nave dei folli al porto più vicino. Tocca a Ghennadi chiudere le danze.

 

Ghennadi sta provando la scena della descrizione della sala teatrale. L’emozione del personaggio che racconta la caduta del lampadario, la vista dei cadaveri, il teatro ridotto a un mucchietto di cenere è molto complessa, è un misto di sorpresa e gioia di fronte ad uno spettacolo macabro, di distruzione totale.

 

Scena della lezione di aritmetica. Antonin sottolinea la necessità di mostrare l’evoluzione, la progressione di intensità nelle risposte “esatte” dell’allieva che viene gratificata dal maestro, il culmine che coincide con Otto quater, et parfois neuf e la successiva caduta con gli esercizi di sottrazione. Bisogna immaginare che questa scena si svolga in una stanza sottoterra, come se fosse un incubo angosciante, senza vie di fuga possibili. 

 

Foto Filippo Manzini