Un gioiello teatrale, commovente e imbarazzante allo stesso tempo, che indaga il ruolo della donna e la sua indipendenza. Claudio Tolcachir dirige Valentina Picello in Anna Cappelli di Annibale Ruccello, opera che ci conduce con umorismo pungente e assurdo nei labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni. Delicatezza, humor e tragedia in un sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti.
Anna è una giovane degli anni ’60 che cerca, attraverso un lavoro, di essere finalmente autonoma. Per amore accetta invece la sottomissione al convivente ma poi, per causa della sua possessività, i ruoli si invertono e sprofonderà nell’abisso, fino a un epilogo surreale e inaspettato.
Picello ne veste i panni con sensibilità e incisività, le infonde un’impronta unica e originale. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Perché ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori.
Anna Cappelli
- di
Annibale Ruccello
- con
Valentina Picello
- scena
Cosimo Ferrigolo
- luci
Fabio Bozzetta
- regia
Claudio Tolcachir
- produzione
Carnezzeria, Teatri di Bari, Teatro di Roma
- in collaborazione con
AMAT & Teatri di Pesaro per RAM – Residenze Artistiche Marchigiane
- foto di scena
Luigi Angelucci