Una pièce nera, una grottesca danza macabra di una coppia mostruosa e comica. Occidente del francese Rémi De Vos, con Ciro Masella e Leonarda Saffi (una delle tre attrici di Misericordia di Emma Dante) diretti da Angelo Savelli, mette in scena un uomo e una donna annientati dalla mancanza di desiderio, sullo sfondo di una società multirazziale, razzista ed edonista, narcotizzata dalla televisione.
Tradotto e rappresentato in quindici Paesi, De Vos è considerato uno dei più interessanti autori della nuova drammaturgia europea: è uno dei rari drammaturghi a essersi interessato, con pertinenza ed esperienza diretta, ai temi del precariato e della disoccupazione e, con spietato cinismo, a quelli della xenofobia e della crisi della cosiddetta famiglia tradizionale, come in Alpenstock e Tre rotture presentati al Teatro di Rifredi nelle scorse stagioni.
Il suo è un teatro in presa diretta con la realtà sociale e politica che, però, viene da lui passata al setaccio dell'umorismo, del comico, dell'assurdo. Così, l’Occidente di cui qui si parla è sì la terra dove tramonta il sole ma anche quella parte della nostra civiltà dove anche la passione e i valori umani declinano nella notte. I protagonisti di questa “farsa tragica” si esprimono in un linguaggio tossico, mediato dalle risse televisive. Ma le parole non sono che una parte di ciò che deve essere detto. Secondo De Vos la forma deve sublimare il linguaggio. Sta allo spettatore costruire il resto di un rituale tra un Lui e una Lei che, nella sua violenza e volgarità, porta in sé i segni estremi di una storia d'amore che non c'è più.